Il tema di quest’anno che verrà affrontato nella Scuola Alcologica territoriale di 2°modulo è “L’approccio alla sofferenza spirituale nel Club” (8-9-10-11 aprile 2014).
La sede è a Fiumicello, sede Acat, in via Nazionale 31. Per maggiori informazioni consultare il volantino.
Interclub del 27 settembre 2013
Appena entrata nel Club, nove mesi fa, mi sentivo grande, interiormente a posto. “Io non ho problemi di alcol nè di dipendenze, sono qui solo per accompagnare mio cugino” mi dicevo, con una punta di orgoglio, anche. Bene. Ascoltavo, osservavo, riflettevo ma a distanza. Pensavo di essere lì per lui, perchè lui aveva bisogno di presenza, affetto, sostegno. Io non avevo problemi e difficoltà particolari. Così mi sembrava…
Giovedì dopo giovedì, i mesi scorrevano e a mano a mano che ascoltavo le altre persone del Club coglievo la loro forza nell’affrontare situazioni pesantissime: figli sofferenti per la sofferenza di padri e madri, ma presenti alle serate del Club; fratelli e amici preoccupati ma disponibili a condividere quel tratto difficile di strada;mogli disperate per le continue cadute e ricadute dei propri mariti, ma disponibili a donare, ancora, un’altra possibilità. Così, a poco a poco, la mia statura ha cominciato a diminuire, a diminuire…con una velocità per me alle volte destabilizzante. “Cosa c’è che non va?” mi chiedevo e non riuscivo a comprendere. Allora sono andata al Club cercando di ascoltare di più, ma soprattutto di ascoltarmi. E ho scoperto persone capaci di rimettere in gioco la propria vita, le proprie relazioni familiari, la propria idea di lavoro e di salute dell’anima per cambiare, fino in fondo, la propria vita, per farla crescere, ma da dentro; per renderla ricca di scambi, di sincera amicizia, di amore. Così io che mi sentivo così sicura di me e delle mie certezze, mi sono accorta che non ho quel coraggio, quell’immediatezza, quella capacità totale di vivere il qui e ora di gran parte delle persone che io consideravo fragili, “in cura”, problematiche. Mi sono ritrovata ad essere una bambina piccola, piccolissima, interiormente; balbettante nell’esprimere ciò che dice il mio cuore, barcollante sulle gambe perchè non so ancora andare incontro ad abbracciare le altre persone, spaventata da questa nuova chiarezza che si sta mostrando, alle volte non bella da guardare. Anche adesso che vi racconto questo mio sentire, non è che sono cresciuta di molto. Ma la differenza sta nel fatto che desideravo davvero imparare a camminare più certa sulle mie gambe, a parlare con più fiducia anche delle mie fragilità, ad offrire, quando non ho altro, i miei dubbi e il mio silenzioso ascoltare con il cuore. So che al Club lo posso fare e non conosco altri luoghi in cui si possa esprimere ciò che si pensa e si sente senza esser giudicati. So che condividere questo cammino è un’occasione specialissima per rivedere, ribaltare, riavviare la propria vita. Ma dal di dentro, fino in fondo: fare una rivoluzione dell’anima. Desidero ringraziare pubblicamente tutti voi, amici del Club, per la pazienza con cui avete accolto e rispettato il mio silenzio, che ora si sta pian piano sciogliendo; anche per questo ho scelto di venire qui a parlare, anzichè stare seduta, là, dall’altra parte. E desidero anche fare un augurio a tutti e a ciascuno dei presenti, dedicandovi anche qualche verso scritto da Emily Dickinson:
1176 Non conosciamo mai la nostra altezza finchè non siamo chiamati ad alzarci. E, se siamo fedeli al nostro compito, arriva al cielo la nostra statura. (…)
Tiziana
In questo mio percorso di vita, ho capito quanto sia importante vivere il presente nel qui ed ora. Solo vivendo ogni attimo della nostra giornata, possiamo capire a fondo l’importanza delle cose che facciamo. Il Club mi fa riflettere su questo ed è importante per me, durante la serata con gli altri membri, essere presente con tutto ciò che sono. Ascoltare ognuno di loro, per me significa anche guardarli negli occhi, guardare i loro movimenti e quindi capirli, e condividere con loro la sofferenza o la gioia, perchè il Club è questo: uno strumento che ci permette di relazionarci con gli altri, di essere ascoltati, non giudicati, vivere le emozioni che proviamo. In comune tutti noi abbiamo un problema alcolcorrelato e partecipiamo al Club per risolverlo cambiando il nostro stile di vita. Il Club mi permette di guardare dentro me stessa, di scavare nella mia anima per comprendere meglio chi sono, come sto e cambiare quello che fino ad ora pensavo andasse bene così, senza rendermi conto che ci fosse una possibilità diversa. Ho capito a fondo quanto questo sia faticoso, ma quando fatichiamo sappiamo che il risultato che otteniamo ha un doppio valore, profondo ed inestimabile. Non è facile cambiare il proprio modo di comportarsi o le proprie idee perchè alle volte sono cose che facciamo per abitudine, ma basta soffermarsi un attimo e si può percepire quanto sia bello per una persona che ogni giorno fa qualcosa per te, se un giornole diciamo grazie, quella parola che davamo scontata e che riempie di gioia quando la si riceve. A me è successo questo ed è stata una scoperta d’umiltà. Di crescere e maturare non si smette mai, soprattutto quando si vuole cambiare il proprio stile di vita, ed è importante che questo avvenga assieme a tutta la famiglia: non si può pensare di riuscire se non si cammina tutti sulla stessa strada, con la voglia di raggiungere la stessa meta. Il Club è uno strumento che mi ha fatto aprire gli occhi e riscoprire le persone e valorizzarle per quello che sono: perché ognuno di noi è speciale proprio perché è unico, e bisogna rispettarlo ed amarlo proprio per la sua unicità.
Michela
L’Acat Cervignanese tuttora è composta da 8 Clubs, due dei quali sono candidati ad una prossima divisione, in quanto hanno raggiunto il numero di famiglie che li compongono, sufficiente per la loro divisione. Le attività in relazione al Metodo Hudolin, si svolgono regolarmente secondo le scadenze con i relativi approfondimenti e aggiornamenti durante le scuole di primo e secondo modulo dove come principale argomento trattato è stato il coinvolgimento della famiglia, in quanto essa è considerata nel nostro approccio al Metodo come parte essenziale e di maggior attenzione.
Prendendo spunto dal titolo del nostro Incontro di questa sera: IL CLUB:COME UTILIZZO QUESTO STRUMENTO NEL MIO PERCORSO DI CRESCITA E MATURAZIONE, volevo soprattutto, soffermarmi e rivolgermi alle Autorità ed Istituzioni presenti in questa serata, in pratica a tutti coloro che hanno assunto, con le loro cariche anche le responsabilità nei confronti di tutte le persone e cittadini delle loro Comunità dove operano a far sì che la vita di ognuno di loro possa essere dignitosa e migliorata in tutte le possibili forme. E’ indiscusso oramai il buon funzionamento dei Clubs sul nostro territorio che, con dati alla mano, negli ultimi 30 anni hanno portato migliaia di famiglie ad un cambiamento migliore ed a volte anche radicale nel quotidiano, seguendo pochissime ma semplici regole, dettate dal Metodo Hudolin, e basate sul confronto e sulle reciproche esperienze delle singole famiglie in cui l’alcool ha contrassegnato parte della loro vita. L’auto e mutuo aiuto che caratterizza il Club non lo intendiamo, oggi, solo come sostegno vicendevole fra persone con stessi problemi legati al bere, ma come creazione di una più vasta rete di solidarietà nello sforzo per una convivenza più umana e armoniosa nella comunità territoriale. I Clubs, le nostre Acat, il Centro Alcologico Territoriale, non chiedono particolari aiuti alle istituzioni presenti nel loro stesso territorio, chiedono soprattutto un’attenzione particolare verso tutte le persone con sofferenza, con la priorità nella protezione dei diritti fondamentalidelle singole persone e delle comunità, in questo periodo di forte disuguaglianza economica, di generale rassegnazione ed anche di così poca pace.
Noi Clubs e Voi istituzioni sociali e sanitarie, dobbiamo insieme promuovere il cambiamento della cultura generale presente nelle nostre comunità, creando alleanze e collaborazioni armoniose capaci di modificare le convivenze tra tutti noi. Il coinvolgimento generale di tutte le strutture, pubbliche, private, i servizi sociali e alla persona, la ASL, se adoperate assieme, hanno sicuramente una grossissima potenzialità da poter sviluppare sul territorio.
Proviamo allora, a collaborare assieme veramente, non per farci belli, o vantarci di come siamo bravi, mettiamoci un po’ del nostro cuore per l’aiuto a chi soffre, al quale a volte gli basta sentire solo una parola di conforto per superare un momento di sofferenza.
Il presidente dell’Acat Cervignanese
Tomasella Francesco
Stasera a Campolongo Tapogliano si terrà il 68° Interclub con tema “come utilizzo lo strumento del Club, per un percorso di crescita e di maturazione personale”.
Vi aspettiamo numerosi!