Buona sera a tutti.
Prima di iniziare a leggere la mia “testimonianza” volevo rivolgere un pensiero a una persona che non c’ è più GIUSEPPE BASSORA. Membro importante e imponente di questa comunità . Era un membro di club (Torviscosa) e mio servitore insegnate a Cervignano. A lui questa festa piaceva tanto ne andava fiero e orgoglioso . Voglio rendervi partecipi di un suo pensiero durante la sua ultima serata di club molto significativa e profetica .
“Non fate mai niente per scontato, dite ti voglio bene e date abbracci.”
Anche se breve il suo passaggio nelle nostre vite ha lasciato un segno importantissimo. Ci manchi tanto Giuseppe .
Un grande “in bocca al lupo” lo voglio fare a FABRIZIO servitore insegnate e membro importante dell’Acat cervignanese. La vita lo ha messo a dura prova ma con l’affetto di tutti noi e la sua forza di volontà presto tornerà in sella al suo motorino. Un abbraccio forte forte. Leggi…
Questo era il tema proposto per l’incontro annuale che si tiene a Corgnolo di Porpetto, in Friuli, in agosto. Occasione in cui si confrontano i club degli Alcolisti in Trattamento della Bassa Friulana. Molti sono stati gli interventi, dei singoli, ma anche del gruppo degli aderenti al Corso di Sensibilizzazione. Presenti, insieme al Presidente della Regione Debora Serracchiani, anche i sindaci e gli assessori dei Comuni in cui i club si riuniscono. La prima parte della serata ha messo tutti noi in una posizione di ascolto attento, la seconda, invece, è stata di festa condivisa.
Impegnativo e importante il tema: il cambiamento. Parola cardine del processo di trasformazione dall’astinenza alla sobrietà. Leggi…
Interclub del 27 settembre 2013
Appena entrata nel Club, nove mesi fa, mi sentivo grande, interiormente a posto. “Io non ho problemi di alcol nè di dipendenze, sono qui solo per accompagnare mio cugino” mi dicevo, con una punta di orgoglio, anche. Bene. Ascoltavo, osservavo, riflettevo ma a distanza. Pensavo di essere lì per lui, perchè lui aveva bisogno di presenza, affetto, sostegno. Io non avevo problemi e difficoltà particolari. Così mi sembrava…
Giovedì dopo giovedì, i mesi scorrevano e a mano a mano che ascoltavo le altre persone del Club coglievo la loro forza nell’affrontare situazioni pesantissime: figli sofferenti per la sofferenza di padri e madri, ma presenti alle serate del Club; fratelli e amici preoccupati ma disponibili a condividere quel tratto difficile di strada;mogli disperate per le continue cadute e ricadute dei propri mariti, ma disponibili a donare, ancora, un’altra possibilità. Così, a poco a poco, la mia statura ha cominciato a diminuire, a diminuire…con una velocità per me alle volte destabilizzante. “Cosa c’è che non va?” mi chiedevo e non riuscivo a comprendere. Allora sono andata al Club cercando di ascoltare di più, ma soprattutto di ascoltarmi. E ho scoperto persone capaci di rimettere in gioco la propria vita, le proprie relazioni familiari, la propria idea di lavoro e di salute dell’anima per cambiare, fino in fondo, la propria vita, per farla crescere, ma da dentro; per renderla ricca di scambi, di sincera amicizia, di amore. Così io che mi sentivo così sicura di me e delle mie certezze, mi sono accorta che non ho quel coraggio, quell’immediatezza, quella capacità totale di vivere il qui e ora di gran parte delle persone che io consideravo fragili, “in cura”, problematiche. Mi sono ritrovata ad essere una bambina piccola, piccolissima, interiormente; balbettante nell’esprimere ciò che dice il mio cuore, barcollante sulle gambe perchè non so ancora andare incontro ad abbracciare le altre persone, spaventata da questa nuova chiarezza che si sta mostrando, alle volte non bella da guardare. Anche adesso che vi racconto questo mio sentire, non è che sono cresciuta di molto. Ma la differenza sta nel fatto che desideravo davvero imparare a camminare più certa sulle mie gambe, a parlare con più fiducia anche delle mie fragilità, ad offrire, quando non ho altro, i miei dubbi e il mio silenzioso ascoltare con il cuore. So che al Club lo posso fare e non conosco altri luoghi in cui si possa esprimere ciò che si pensa e si sente senza esser giudicati. So che condividere questo cammino è un’occasione specialissima per rivedere, ribaltare, riavviare la propria vita. Ma dal di dentro, fino in fondo: fare una rivoluzione dell’anima. Desidero ringraziare pubblicamente tutti voi, amici del Club, per la pazienza con cui avete accolto e rispettato il mio silenzio, che ora si sta pian piano sciogliendo; anche per questo ho scelto di venire qui a parlare, anzichè stare seduta, là, dall’altra parte. E desidero anche fare un augurio a tutti e a ciascuno dei presenti, dedicandovi anche qualche verso scritto da Emily Dickinson:
1176 Non conosciamo mai la nostra altezza finchè non siamo chiamati ad alzarci. E, se siamo fedeli al nostro compito, arriva al cielo la nostra statura. (…)
Tiziana
In questo mio percorso di vita, ho capito quanto sia importante vivere il presente nel qui ed ora. Solo vivendo ogni attimo della nostra giornata, possiamo capire a fondo l’importanza delle cose che facciamo. Il Club mi fa riflettere su questo ed è importante per me, durante la serata con gli altri membri, essere presente con tutto ciò che sono. Ascoltare ognuno di loro, per me significa anche guardarli negli occhi, guardare i loro movimenti e quindi capirli, e condividere con loro la sofferenza o la gioia, perchè il Club è questo: uno strumento che ci permette di relazionarci con gli altri, di essere ascoltati, non giudicati, vivere le emozioni che proviamo. In comune tutti noi abbiamo un problema alcolcorrelato e partecipiamo al Club per risolverlo cambiando il nostro stile di vita. Il Club mi permette di guardare dentro me stessa, di scavare nella mia anima per comprendere meglio chi sono, come sto e cambiare quello che fino ad ora pensavo andasse bene così, senza rendermi conto che ci fosse una possibilità diversa. Ho capito a fondo quanto questo sia faticoso, ma quando fatichiamo sappiamo che il risultato che otteniamo ha un doppio valore, profondo ed inestimabile. Non è facile cambiare il proprio modo di comportarsi o le proprie idee perchè alle volte sono cose che facciamo per abitudine, ma basta soffermarsi un attimo e si può percepire quanto sia bello per una persona che ogni giorno fa qualcosa per te, se un giornole diciamo grazie, quella parola che davamo scontata e che riempie di gioia quando la si riceve. A me è successo questo ed è stata una scoperta d’umiltà. Di crescere e maturare non si smette mai, soprattutto quando si vuole cambiare il proprio stile di vita, ed è importante che questo avvenga assieme a tutta la famiglia: non si può pensare di riuscire se non si cammina tutti sulla stessa strada, con la voglia di raggiungere la stessa meta. Il Club è uno strumento che mi ha fatto aprire gli occhi e riscoprire le persone e valorizzarle per quello che sono: perché ognuno di noi è speciale proprio perché è unico, e bisogna rispettarlo ed amarlo proprio per la sua unicità.
Michela
Mi chiamo Katia e sono la figlia di Bruno che frequenta il Club 64 di Ruda. Purtroppo vivo con la famiglia lontano dai genitori e per questo non posso partecipare alle riunioni delle famiglie del Club, anche se quando ci sentiamo per telefono mi parla di cosa si fa nel Club e del percorso che sta facendo insieme a mia madre.
Questa sera in occasione dell’Interclub di Aquileia, sono venuta qui insieme a mia figlia e ad altri parenti perché ho saputo che i genitori dovranno ricevere l’Attestato dei due anni di sobrietà. Anche se ho deciso di intervenire per fare una testimonianza, sono tanto commossa da non riuscire a trattenere le lacrime. L’emozione è riuscita a prevalere su di me, ma quello che provo dentro nel cuore lo voglio dire a tutti voi che siete presenti all’Interclub.
Sono orgogliosa di mio padre perché non solo è riuscito a smettere di bere, ma quello che ritengo importante è che il suo comportamento è cambiato e questo si vede nei rapporti che ha con me ed i figli, con mia madre e gli altri parenti e non solo all’interno della famiglia, ma anche nel modo di rapportarsi con gli altri e nella comunità, cosa impensabile in passato. Ed anche se in questo momento non può parlare a causa di un intervento chirurgico, mi basta guardarlo negli occhi per capire che mi sta dicendo tante più cose adesso che quando parlava ma bevevo.
Un grazie a mia madre perché si è comportata in modo tale da non lasciare solo mio padre e di percorrere insieme a lui quel percorso che ha cambiato un modo di vivere che in precedenza aveva procurato tanti problemi e che ora invece ha fatto bussare ed entrare alla porta di casa la serenità, la tranquillità e soprattutto l’amore e la pace.
Katia Sponton