Questo era il tema proposto per l’incontro annuale che si tiene a Corgnolo di Porpetto, in Friuli, in agosto. Occasione in cui si confrontano i club degli Alcolisti in Trattamento della Bassa Friulana. Molti sono stati gli interventi, dei singoli, ma anche del gruppo degli aderenti al Corso di Sensibilizzazione. Presenti, insieme al Presidente della Regione Debora Serracchiani, anche i sindaci e gli assessori dei Comuni in cui i club si riuniscono. La prima parte della serata ha messo tutti noi in una posizione di ascolto attento, la seconda, invece, è stata di festa condivisa.
Impegnativo e importante il tema: il cambiamento. Parola cardine del processo di trasformazione dall’astinenza alla sobrietà.
Io posso cambiare solo se sono libero. E Michela si è chiesta, nel suo intervento, se lei si sente libera nel suo presente. “La risposta è NO; non mi sento ancora libera da questa sostanza, perché le conseguenze si stanno ancora ripercuotendo dentro di me…ma in questa situazione di crisi provo a voler essere libera”. E ci racconta della sua decisione a metterci più impegno, più coraggio, anche a percorrere strade che non conosce ancora!
Ecco: quando sono libero posso scegliere quale direzione dare la cambiamento della mia vita.
Alle volte un componente della famiglia lo vuole fortemente, com’è successo a Giorgio, ma i familiari non ci credono, non ci sperano più. Così racconta sua sorella Gabriella: “Quando mio fratello mi ha detto: – NON VOGLIO PIU’ BERE, SMETTO! – io non ci credevo, pensavo: ”E’ ancora una delle tante volte che promette e non mantiene!”. Poi sono andati insieme al SERT, e infine sono entrati in un club “dove ci si ascolta, ci si guarda…”. La sera dell’Interclub Giorgio ha contato i suoi primi cento giorni di sobrietà! Gabriella scrive: “Il cambiamento non era solo in lui, anche in me qualcosa stava cambiando, in meglio”.
Quante situazioni, quante relazioni, quanti lavori, quante case…si cambiano nel corso della vita.
Per scelta o per necessità. Come Palmiro che, dopo l’ennesima ricaduta, si sente dire dalla donna che ama: ”O smetti oppure hai chiuso”, allora lui decide di “riprendermi la vita e ricominciare a frequentare il club, insieme a mio figlio”. Con soddisfazione aggiunge:” Sono più di tre anni che sono astinente…ne sono orgoglioso di aver ripreso la mia vita e di poter fare ciò che voglio io e non ciò che vuole l’ alcool”.
Tutti sottolineano che tra le scelte di cambiamento, insieme alla decisione di abbandonare la sostanza, c’è quella di frequentare un club. Lì ciascuno ingaggia la propria lotta contro la dipendenza, ma non da solo. “Sono riuscito a rispettarmi, ad avere fiducia con me stesso…” ci dice Gennaro Diego, detto Gege, così “…oggi sono libero. Ho la capacità di guardarmi dentro l’anima. Io amo, sono innamorato sempre di tutti, anche delle persone che mi criticano, che non capiscono”.
Ecco che il circolo virtuoso che si innesca in un club, in ogni club e che si propaga nelle famiglie di ciascuno, nell’ambiente di lavoro, tra gli amici, può provocare una vera rivoluzione nelle relazioni.
Per questo sono importanti questi incontri, le testimonianze e la capacità e l’impegno di ognuno di noi per tendere anche ad altri, con amore, quella stessa mano tesa, che ci incoraggiati a intraprendere un cammino, che in principio ci sembrava così difficile. Invece si è trasformato in un’occasione di vita.
Tiziana Perini, club 358 Cervignano del Friuli
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